I diamanti sono i migliori amici delle donne ma quando si
tratta di acquistarli le cose si fanno un po’ più complicate, specialmente per
chi non è addetto ai lavori e ha paura di prendere delle cantonate.
L’errore più comune che si fa in questi casi è quello di
affidarsi a dei grandi nomi con la convinzione che questo possa rassicurali
della buona qualità del prodotto, col piccolo sospetto però di pagare una cifra
che superi il valore reale dell’oggetto in sé.
L’idea di partenza non è sbagliata nella sua totalità,
affidarsi ad un nome conosciuto, magari da un gioielliere di fiducia, può darci
una certa sicurezza, anche perché di solito questi oggetti vengono accompagnati
da un documento della casa madre che ne garantisce l’autenticità ma non, attenzione,
la QUALITA’.
Se volete essere sicuri dell’effettiva qualità della gemma
che volete acquistare è bene controllare (qualora ci sia) il certificato di
qualità, che deve essere fatto da un laboratorio di analisi gemmologiche
indipendente, cioè che non abbia nessun collegamento con la ditta che vi sta
vendendo la pietra.
La scelta di un gioiello con un grande nome deve essere
giustificato solo dal desiderio di avere proprio quell’oggetto, che magari
appartiene ad una collezione speciale, o che è stato disegnato da un artista
d’eccezione, perché in nessun caso esso avrà un prezzo che rispecchi il vero
costo delle materie prime che lo compongono.
Al giorno d’oggi è possibile fare degli acquisti sicuri
grazie all’utilizzo di semplici strumenti che devono però essere accompagnati
da una minima conoscenza di base della materia.
Per quanto riguarda i Diamanti le cose da sapere, per
fortuna, non sono tantissime.
La qualità del Diamante è data da un insieme di 4 fattori
principali che, combinati insieme, determinano un effettivo valore di mercato.
Nei certificati di qualità questi fattori sono espressi chiaramente e seguono
dei criteri internazionalmente riconosciuti.
1: PESO – non è un mistero che un diamante più grande (più
pesante) ha un valore più alto rispetto a quello più piccolo. Questo perché è
più difficile trovare pietre più grandi e per molti le dimensioni sono la cosa
che più conta! Il Carato è l’unità di misura delle gemme; un carato equivale ad
1/5 di grammo, ed è diviso in 100 punti. Quindi, quando sentite parlare, ad
esempio, di pietra da 20 punti, la pietra in questione peserà 0,20 carati.
2: PUREZZA – essendo una gemma naturale, è normale che al
suo interno si possano trovare delle impurità; ce ne sono di vario tipo, le più
comuni sono bianche o piccoli carboncini neri. In una pietra va bene che ci
siano delle piccole impurità, l’importante è che queste non siano visibili ad
occhio nudo. In base al numero e all’entità di queste impurità, la gemma viene
classificata secondo una scala di valori che va dal IF (Internally Flawless),
che significa perfetta internamente, fino al I3, che è il terzo grado di
inclusione, dove le impurità e le imperfezioni sono talmente tante che la
pietra rischia pure nella sua durabilità.
3: COLORE – al contrario di quello che molti pensano, i
diamanti non nascono tutti bianchi, anzi è molto più raro trovarli bianchi che
non con qualche piccola sfumatura di colore. I colori più comuni sono giallo,
arancione, marrone e a volte anche grigio. Sui certificati il colore viene classificato
con delle lettere dell’alfabeto dalla D alla Z, in base all’effettiva quantità
di colore che è possibile vedere in un ambiente neutro. D rappresenta il
massimo della trasparenza, dal colore H si comincia a vedere una leggera
colorazione che va ad aumentare fino ad arrivare al colore Z, dove già il
colore ha raggiunto un’intensità di saturazione tale da potere essere
catalogato come colore fantasia (fancy).
Al di fuori di questa classificazione ci sono tanti altri bellissimi colori che, per via della loro rarità, costituiscono un mercato a parte per amatori e collezionisti: blu, verde, rosa, rosso e nero, che di solito viene usato nella gioielleria da uomo.
4: TAGLIO – è sicuramente il fattore più importante perché è
quello che veramente fa sprigionare tutta la brillantezza della gemma. Il
taglio classico rotondo è quello chiamato Brillante; è stato studiato in
maniera tale da salvare dal grezzo più peso possibile e, se rispettate tutte le
proporzioni, da riflettere la luce in maniera impeccabile.
Oltre a questo tipo di taglio ne esistono tanti altri che di
solito vengono fatti sia per mantenere la maggior parte di peso dal grezzo, che
per essere montati in gioielli con design particolare.
C’è ancora un altro fattore, a mio avviso molto importante,
che di solito non viene mai menzionato dai gioiellieri, ma che si trova comunque
nei certificati. La FLUORESCENZA: una pietra con alta fluorescenza può, a
volte, rivelare un aspetto di tipo “oleoso” e che addirittura mostra
fluorescenza anche alla luce diretta del sole (che contiene in se dei raggi
ultravioletti). È quindi preferibile avere una pietra con una fluorescenza
assente o perlomeno bassa.
A partire dalla lettura di questi fattori, che devono essere scritti sul certificato di qualità, chiunque può sentirsi rassicurato sull’effettivo valore del proprio acquisto; anche perché è sempre possibile vedere su dei listini di prezzo internazionali qual è il valore approssimativo di quella pietra con quelle determinate caratteristiche!
In questo modo il diamante può diventare non solo l’acquisto
ideale per un anello di fidanzamento, ma anche per un investimento sicuro nel
tempo.
Quando un diamante viene fatto certificare gli viene
conferito un numero di report (una specie di numero di targa) unico in tutto il
mondo, che gli viene inciso al laser sulla cintura. Con questo numero la
propria pietra viene registrata per sempre ed in tutto il mondo nei registri
on-line di quel laboratorio, che ne garantisce la qualità per sempre!
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