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mercoledì 16 ottobre 2013

Rubino


Bellini: Madonna con Bambino
Il nome Rubino proviene dal latino Ruber, che significa “Rosso”. Gli europei nel medioevo indossavano il rubino per avere successo in amore, ricchezza e salute. 

Corindone - Rubino
Per via del suo colore è da sempre stata associata alla passione, amore e bellezza. È la pietra più conosciuta e amata del mondo.
 È la pietra più importante nel mercato delle gemme di colore nonché la varietà rossa del Corindone.





La qualità del rubino è determinata da diversi fattori, il più importante è il colore. Il rubino migliore ha un colore rosso vivido con una leggera sfumatura porpora.
 Nella sua forma più pura, il corindone è perfettamente incolore, ma se alcune tracce di microelementi si intrappolano nella struttura cristallina, il minerale può cambiare di colore.
 Nel caso dei rubini, il microelemento che causa il colore rosso è il Cromo. La saturazione del colore dipende dalla quantità di cromo presente nel Corindone. Poiché il Cromo causa anche fluorescenza, un buon Rubino deve anche avere nella propria composizione anche tracce di Ferro, che inibisce la fluorescenza.
fluorescenza ai raggi UV
 
  
Sulla scala di Mohs la sua durezza è 9, è il minerale più duro del mondo dopo il diamante.




Storicamente i rubini del miglior colore provengono dalle miniere Birmane, che è descritto come “sangue di piccione”. Anche se l’origine del Rubino è importante per garantirne la qualità, non solo il Myanmar produce gemme di alta qualità, ogni risorsa di rubini può produrre pietre di alta e bassa qualità.


Le principali risorse di Rubini sono in Asia: Myanmar, Tailandia,Sri Lanka, Cambogia e Pakistan.
 
Ci sono miniere anche in Africa: Madagascar, Kenia, Malawi e Tanzania.



I Rubini naturali presentano di solito delle inclusioni, e di solito è anche difficile trovarne di grandi dimensioni. È molto raro vedere rubini limpidi e in misure eccezionali. L’ambiente in cui il rubino si forma rende difficile la crescita del cristallo.

Le cose cambiano invece per lo zaffiro, il fratello del rubino, la pietra blu è più facile trovarla in grandi dimensioni e poco inclusa.
I trattamenti per migliorare l’aspetto dei rubini sono ampiamente usati, il trattamento termico è adesso talmente utilizzato che è largamente accettato nel mercato, anzi, a meno che non è specificato in un certificato, si da per certo che tutte le gemme sono state trattate in questa maniera. Il calore ha molteplici benefici sulla gemma, agisce sia sul colore che sulla purezza. Cancella ogni sfumatura di marrone, che ne abbassa la qualità, per fare risaltare il Rosso, e allo stesso tempo diminuisce la visibilità di alcune inclusioni. Altri tipi di trattamenti, meno accettati dal mercato, sono la tintura e l’impregnatura.


Rubino stellato
È possibile vedere nelle gioiellerie una varietà rara chiamata Rubino Stellato, il fenomeno chiamato Asterismo, è causato da delle inclusioni a forma di ago, se la pietra è tagliata a cabochon la luce viene riflessa mostrando una stella a 6 punte. Queste gemme sono molto ricercate dai collezionisti e detengono un prezzo molto alto.


Sia il Rubino che il Rubino stellato sono le pietre di nascita del mese di Luglio.


 


Il rubino è stato uno dei primi minerali ad essere stato imitato, sia con materiali sintetici che naturali. L’imitatore più usato è il vetro; altri materiali sono: lo spinello rosso, il granato, Cubic Zirconia e il corindone colorato.


Spinello Rosso


CZ - Cubic Zirconia
granato








Alla fine del 19° sec, alcuni scienziati hanno introdotto nel mercato il Rubino interamente creato in laboratorio. Hanno trovato diversi modi per ricreare tramite dei procedimenti controllati ciò che madre natura fa in milioni di anni. I procedimenti sono relativamente veloci e poco costosi. Questi rubini sintetici sono adesso largamente utilizzati, economici e si presentano molto belli a degli occhi poco esperti. Ma non vi preoccupate, ogni gemmologo ha le conoscenze necessarie per distinguere tra naturale e sintetico, se volete comprare un gioiello con Rubino, richiedete sempre che le pietre siano certificate.

sabato 23 febbraio 2013

la Turchese


La turchese è una delle gemme più antiche. Scavi archeologici hanno  rivelato che i reali egiziani hanno indossato gioielli in turchese sin dal 5500 a.C.   I cinesi la lavorano da più di 3000 anni ed è la gemma simbolo nazionale del Tibet. È considerata una pietra che garantisce salute, fortuna e protezione dal maligno.




Nelle tribù native americane del sud-ovest America era utilizzata come mezzo di scambio, oltre che come gioielli per gli amuleti. Gli Apache credevano che la turchese aumentasse l’infallibilità dei guerrieri.









Il nome “turchese” viene dall’espressione francese pierre turques, cioè pietra dei turchi, perché la tradizione vuole che la gemma sia arrivata per la prima volta in Europa dalle miniere turche.  In realtà, già Plinio il vecchio  ne aveva parlato chiamandola kallaina, ovvero bella pietra, sottolineandone non solo la bellezza ma anche la sua facile alterazione a contatto con sostanze acide o profumi. All’epoca, infatti, la pietra non era conosciuta nel sul bel colore azzurro, ma nel verde in cui si trasforma dopo essersi ossidata per il contatto con degli agenti esterni.
La gemma può essere da traslucida a opaca,e ha un colore azzurro inconfondibile. Non sempre il colore è uniforme, anzi presenta spesso delle chiazze e macchie più scure. È molto facile vedere, inoltre, dei residui di roccia madre.  La qualità di una turchese si giudica infatti da colore, texture e assenza di roccia madre.
Il colore blu è dato dalla presenza, nel minerale, di rame, mentre invece tracce di ferro la fanno apparire più verde, abbassando notevolmente il suo valore.
Il colore può subire delle alterazioni col tempo, a seconda degli agenti esterni con cui la gemma può entrare in contatto, essa può in scurirsi, sbiadire o addirittura diventare verde!
Il cambio graduale di colore è causato soprattutto dalla sua porosità, che può anche influenzarne la durabilità. La sua durezza sulla scala di Mohs è da 5 a 6, può essere quindi indossata giornalmente, ma con cautela.
Vedere tracce di matrice sulle turchesi è praticamente inevitabile, per questo i tagliatori cercano sempre di finire la pietra affinché esse siano  visibili al minimo.
La turchese non è una gemma rara, ma è molto difficile trovarne di alta qualità (le quali detengono sul mercato dei prezzi con cifre da record). È molto comune l’utilizzo di trattamenti che servono non soltanto ad aumentarne la bellezza, e quindi la vendibilità, ma anche la resistenza agli agenti esterni.
Il trattamento più usato è quello dell’impregnamento con la cera. Essa va a sigillare tutti i pori e la isola dal contatto con la pelle, profumi e acqua; rendendola liscia e lucida. In ogni caso, se possedete dei gioielli in turchese, prestate molta cura quando la indossate, il contatto col sudore o con cosmetici potrebbe rovinarle in maniera irreversibile.
Gemme dal colore poco deciso vengono invece impregnate con del colorante, ma questa tecnica è in realtà poco usata perché il risultato è poco naturale e non duraturo.


La prima risorsa storica di Turchese è quella dell’area vicino al Sinai e dell’antica Persia. Oggi le miniere più importanti sono quelle a sud-ovest degli Stati Uniti e della Cina, da dove provengono gli esemplari di qualità migliore.


Come ogni gemma che si rispetti, anche la turchese ha i suoi sintetici e le imitazioni. Abbiamo detto che di turchese ne è pieno il mercato, ma non di esemplari di alta qualità, è per questo che negli anni 80’ è stata creata la Turchese sintetica Gilson. È prodotta tramite un metodo ceramico ed ha un aspetto molto artificiale, in realtà non è per niente comune trovarla sul mercato. Quelle che invece sono molto comuni sono le imitazioni, sia naturali che sintetiche. Le gemme naturali che più rassomigliano alla turchese sono: variscite, howlite colorata artificialmente e la crisocolla. Tra i sintetici più usati ci sono vetro e plastica.
howlite colorata
Variscite
crisocolla









martedì 15 gennaio 2013

Lapislazzuli


L’uomo conosce e utilizza il Lapislazzuli da quasi 7000 anni. Ne sono state trovate tracce in siti archeologici egiziani, greci, romani e arabi. È una pietra facile da lavorare, non è utilizzata solo in gioielleria, è anche intagliata, scolpita, usata per mosaici e lavorata per utilizzarne i blu pigmenti per make up e pittura.

amuleto egiziano
Nella cultura egizia questa pietra ha una forte connessione con la religione, archeologi hanno trovato moltissimi amuleti e talismani creati in Lapis.
affresco basilica S. Francesco in Assisi
Il blu intenso che la contraddistingue la rende una delle protagonista della pittura religiosa in Italia e Europa. I bellissimi affreschi del Giotto nella Basilica di S. Francesco in Assisi mostrano un cielo in blu cobalto creato proprio con pigmenti di Lapis.  Fanno un certo effetto soprattutto se considerate che a quell'epoca questa pietra era molto costosa e proveniva da un'unica risorsa: Afghanistan.




Lazurite
Il lapislazzuli non è una gemma ma una roccia, il che significa che è un aggregato di diversi minerali: Lazurite  Calcite e Pirite;  più altri minerali di minore importanza. La qualità della pietra si determina dalla percentuale di questi tre; per esempio, se la calcite è troppo visibile nella pietra, essa sembrerà biancastra e meno desiderabile.
Pirite
Calcite






     

La presenza di scaglie di pirite la impreziosiscono, facendola rassomigliare ad un cielo pieno di stelle, ecco perché in passato è stata sempre associata nelle cure di cristalloterapia perché infonde una sensazione di calma e pace. Re e regine la possedevano come simbolo di potere: essa era vista come un pezzo di cielo che gli dei avevano donato agli uomini.
Il colore migliore è il blu violaceo con qualche scaglia di pirite e nessuna traccia visibile di calcite. Troppa calcite o pirite può abbassare la sua qualità e la fa apparire verdastra e di poco valore. La sua durezza è di 5-6 sulla scala di Mohs.
Si può trovare in diverse tonalità di blu, esse dipendono dagli altri minerali che formano l’aggregato.
Non sono tantissime le miniere di Lapis: la migliore qualità si trova in Afghanistan, la risorsa più antica, ma se ne trovano pure in Cile e Russia.

Poiché i lapis della migliore qualità sono ben prezzati sul mercato, i trattamenti per aumentarne la bellezza sono molto frequenti ma non molto stabili, il che fa ridurre il valore delle gemme trattate a favore di quelle non trattate. La più usata è la tintura blu, che copre le eventuali presenze di calcite, ma che è facile da rimuovere con dell’acetone. Di solito dopo la tintura la pietra è impregnata con della cera, per proteggerla e farla apparire più lucida.
Gilson


Imitazioni di lapislazzuli sono tanti e vecchi quasi come lo stesso Lapis. Vetro, plastica e ceramica sono molo comuni nel mercato, sono sintetici e economici. Un altro materiale sintetico creato apposta per imitare il lapis è il Gilson, detto anche Lapis Svizzero, che ad una prima vista assomiglia proprio all’originale, ma in effetti è molto poroso, la sua durezza è 3 e la superficie è opaca. Il colore è perfettamente omogenee le scaglie di pirite sono ben distribuite. Altri sostituti sono il calcedonio e la sodalite.